Le sculture DIABOLUS (PROTECTOR) di Sarah Ortmeyer abitano la Carlone Hall del Belvedere, immersa in una collezione che attraversa epoche. Grezze e selvagge nella forma, ma inconfondibili come diavoli, questi unici protettori si trasformano in ombre senza tempo e universali, sfidando la genericità.
Per commemorare il 50° anniversario della morte di Fritz Wotruba (1907-1975), il Belvedere 21 ospiterà una mostra completa dedicata a questo fondamentale scultore austriaco. Fino ad oggi, l'opera di Wotruba è stata esaminata principalmente in modo monografico o in relazione alla sua influenza sulle generazioni successive. Questa presentazione si concentrerà sulle attività espositive internazionali di Wotruba e sul suo network, nonché sulla scoppiettante ricezione delle sue sculture. Wotruba ha conosciuto vari artisti, tra cui Henry Moore, Alberto Giacometti, Germaine Richier e Marino Marini; con alcuni di loro ha condiviso la piattaforma di esposizioni a tema o focalizzate sulla scultura negli anni '50 e '60. Basata su una selezione delle sculture di Wotruba e di opere notevoli dei suoi contemporanei, come Louise Nevelson, Kenneth Armitage e Isamu Noguchi, queste interazioni storiche serviranno come punto di partenza per un'esplorazione di domande fondamentali legate alla scultura dopo il 1945. La mostra, quindi, offre una nuova prospettiva su Fritz Wotruba, che non solo ha svolto un ruolo cruciale nella scultura austriaca dopo il 1945, ma è stato anche una voce influente nel discorso internazionale sull'immagine umana nel Modernismo del dopo guerra.
La vasta retrospettiva di Ashley Hans Scheirl al Belvedere 21 abbraccia gli anni '70 fino al presente e presenta opere nuove create specificatamente per questa esposizione. Dalla fine degli anni '70, Ashley Hans Scheirl ha sviluppato un corpus di opere notevolmente diversificato. I loro film, molti dei quali girati con il formato Super8, hanno consolidato l'artista come un pioniere riconosciuto a livello internazionale nella controcultura queer-femminista e transgender. Scheirl considera il proprio lavoro come un'interpretazione satirica della natura sempre più surreale del sistema economico neoliberale, utilizzando un umorismo pungente per affrontare i costrutti sociali di genere, sessualità e potere.
Il Belvedere presenta opere selezionate dalla collezione della Villa Langmatt, una delle prime e più estese collezioni private di impressionismo francese in Svizzera. La Villa Langmatt in stile Art Nouveau non era solo la residenza di Jenny e Sidney Brown, ma anche uno spazio dedicato alla loro passione per l'arte. I Brown iniziarono a focalizzarsi sull'arte francese intorno al 1907, acquisendo inizialmente un dipinto a olio di Paul Gauguin, un'opera di Claude Monet e diverse immagini di Paul Cézanne, prima di accumulare un gruppo più ampio di opere di quest'ultimo negli anni successivi. La coppia mostrò particolare interesse per l'artista Pierre-Auguste Renoir, collezionando una vasta selezione delle sue opere. La qualità di questa collezione è testimoniata anche da un gruppo di opere eccezionali di Camille Corot. Nel corso degli anni, i Brown costruirono sistematicamente una collezione di impressionismo francese e dei suoi precursori, rappresentativa nella sua ampiezza ma al contempo riflettente i loro gusti personali. La passione della coppia per la raccolta non era solo un interesse privato, ma può essere vista anche nel contesto dell'immagine di sé modernizzata e cambiata della borghesia industriale svizzera. Curato da Alexander Klee.
Il festival di media art Civa esplora l'interazione tra tecnologie attuali, realtà ed esperienze negli spazi digitali, fisici e ibrici. Nella sua quinta edizione, Civa offre, oltre a una mostra al Belvedere 21, numerosi formati discorsivi, proiezioni di film e performance dal vivo. Il festival di media art Civa è organizzato e sviluppato congiuntamente dal Belvedere 21 e sound:frame dal 2024.
Il festival di arte media Civa evidenzia l'interazione tra le tecnologie attuali, le realtà e le esperienze negli spazi digitali, fisici e ibridi. Ora nella sua quinta edizione, Civa offre ancora una volta un'esposizione presso Belvedere 21, insieme a numerosi formati discorsivi, proiezioni di film e performance dal vivo. Civa è stato organizzato e sviluppato congiuntamente da Belvedere 21 e sound:frame dal 2024. Curato da Eva Fischer e dal Team di Civa.
Al centro del lavoro di Franz Xaver Messerschmidt (1736–1783) ci sono le cosiddette "Teste Caratteriali", che ancora oggi restano un enigma nonostante la loro fama. Dal ventesimo secolo, è diventato comune interpretare il lavoro di Messerschmidt da una prospettiva psicopatologica. Tuttavia, questa è una lente ristretta attraverso cui osservare gli oggetti e ignora il fatto che lo scultore stesse rispondendo ai profondi cambiamenti sociali e scientifici del diciottesimo secolo. Il Belvedere dedica a Messerschmidt un'esposizione che lo presenta come un artista in un momento di svolta culturale e politica nella storia e come precursore del cosiddetto lungo diciannovesimo secolo. A partire dal 1769, i ritratti di Messerschmidt riflettono una nuova immagine dell'umanità, pervasa dalle idee dell'Illuminismo: la pompa e la fuga ora cedono il posto a una caratterizzazione più semplificata e adeguata del soggetto. Inoltre, le personalità ritratte—come i dottori Gerard van Swieten e Franz Anton Mesmer o il teorico dell'arte Franz von Scheyb—illuminano il mondo culturale, politico e scientifico del diciottesimo secolo. L'esposizione mira inoltre a collocare le "Teste Caratteriali" di Messerschmidt, di cui iniziò a lavorare intorno al 1770, nel contesto degli studi sulle espressioni facciali e sulla fisiognomica e a leggerle come fenomeno del loro tempo. I confronti con opere di artisti come Joseph Ducreux aiuteranno a trasmettere che la fascinazione per il volto (e le sue aberrazioni) non era affatto unica in questo periodo. Curata da Katharina Lovecky, Georg Lechner e Axel Köhne.